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La Sardegna mantiene il tempo pieno
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Sardegna e Open Source
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sabato 13 settembre 2008
Noi sardi non abbiamo paura...
Articolo l'Altra voce
giovedì 11 settembre 2008
Arriva Google Chrome!!!
Chrome segrerà la svolta nel mondo dei browser come affermano i suoi produttori?
lunedì 30 giugno 2008
La storia del più grande Hacker: Kevin Mitnick
La storia infinita di Kevin David Mitnick, l'hacker più famoso del mondo, sotto processo negli Stati Uniti. E' in carcere da quattro anni e gli è stata respinta ogni richiesta di libertà su cauzione.
1. This is the End…my only friend, the End...
E' il 14 febbraio del 1995, giorno di San Valentino. In una cittadina americana sta accadendo qualcosa che scatenerà ribellioni, dimostrazioni, appelli via rete, la nascita di siti spontanei di contro-informazione, la creazione di una colletta per realizzare un fondo spese legali...
Arriva un camioncino blu, un Van, con la scritta Sprint Telecomunications. Dal Van esce un giapponese, due tecnici della Sprint, le forze speciali dell'FBI con giubbotti antiproiettile ed armi alla mano. Sembra di vedere un film di azione. Ma non è così. A Raleigh, piccolo centro nello Stato del North Carolina, stanno per arrestare Kevin Mitnick.Le conseguenze di questo arresto saranno molteplici e non solo per le comunità underground ed hacker...
Iniziata nel 1981 con l'attacco da parte di Kevin, allora diciassettenne, ai sistemi Cosmos della Pacific Bell (compagnia telefonica americana), la “caccia all'uomo” dell'FBI si conclude nel 1995, dopo 14 anni. Centosessantotto mesi di appostamenti, intercettazioni, false piste, arresti mancati.
Il 14 febbraio si arriva alla conclusione di una lunga corsa, un inseguimento interminabile attraverso le reti di mezzo mondo. Quel giorno nasce il mito di Kevin Mitnick, l'hacker più famoso al mondo.
2. Gli inizi
Kevin nasce in California. I suoi genitori divorziano quando lui ha appena 3 anni. Nella sua adolescenza rispecchia lo stereotipo classico dell'hacker: a 13 anni è un ragazzino solitario, grassotello. Inizia con i “CB”, a 8 anni è già radioamatore. Da ex-hacker, interpreto questa sua passione come una ricerca comunicativa: là fuori c'è qualcuno e lui ci vuole parlare, la distanza fisica non è più importante, a otto anni può dialogare con degli adulti che si trovano in altre città. Credo che in quel periodo sia nata in lui, forse inconsciamente, la passione per l'hacking, le reti, la comunicazione.
Nella più classica immagine americana della prima metà degli anni '70, il ragazzino brufoloso, occhialuto e ciccione ha 9 anni e vagabonda per i negozi di elettronica della sua città, prende pezzi usati, li ricicla, costruisce, assembla tecnologia trasmissiva tutto solo nella sua stanzetta, mentre i coetanei giocano a basket o “simply, they are hangin' on around the school” (cazzeggiano davanti alla scuola): diventa cliente assiduo di alcuni negozi, fa amicizia con i proprietari, forse inizia a fare qualche lavoretto da bravo teen-ager americano, ricevendo come paga dell'hardware usato.
Il ragazzino cresce, scopre i PC. Va oltre, fin da subito, scoprendo i modem: a 13 anni viene cacciato da scuola dal preside, perché entrava negli archivi degli altri istituti. Trasferisce la bolletta telefonica di un ospedale (30.000 US$) sul conto di uno che detestava.
Si battezza Condor, dal film “I tre giorni del Condor”, con Robert Redford. Credo che un alias, un nickname, non sia mai stato più azzeccato: il Condor è solitario, lavora da solo, non si fida di nessuno, vive con la solitudine. E probabilmente Kevin/Condor trova nella Rete e nell'hacking una compagna ideale, un qualcosa che lo rende meno solo.
Verso la fine degli anni '70, a 16 anni, come ogni bravo ragazzo americano, prende la patente: la targa della sua auto è X-HACKER.
A 17 anni viene arrestato per la prima volta: furto di manuali informatici. Immagino Kevin, andatura insicura, occhiali da vista spessi, andare a cercare manuali per imparare, per capire dei sistemi informatici ai quali non poteva accedere, a cercare l'informazione. Io facevo trashing (letteralmente, rovistare nella spazzatura; farlo davanti alle sedi di aziende di informatica, università e compagnie di telecomunicazione produce spesso informazioni molto riservate), per trovare i manuali della Digital e imparare a programmare su VAX/VMS.
Seguono altri arresti, nell'83, nell'87 e nell'88, sempre per reati informatici. Un giudice di Los Angeles, la signora Mariana Pfaelzer, lo mette in carcere emettendo una condanna superiore a quella richiesta dal D.A (District Attorney, il Pubblico Ministero). Prima di farlo uscire dall'aula, gli dice: “Questa è l'ultima volta che fa una cosa simile, signor Mitnick”.
Indubbiamente una frase profetica. Viene successivamente rilasciato, ma gli viene imposto il divieto di svolgere lavori che richiedano l'uso di un personal computer.
Oggi, nel 1999, ad alcuni anni di distanza, quello stesso giudice dovrà decidere se le richieste di risarcimento - presentate da multinazionali informatiche e pari ad un totale di ben ottanta milioni di dollari (sì, avete letto bene: hanno chiesto 80.000.000 US$ di danni al Signor Kevin David Mitnick) - dovranno essere soddisfatte o meno. Buona fortuna, giudice Mariana.
Le aziende che hanno richiesto il risarcimento sono la Motorola, la Fujitsu, la Nokia, La Sun Microsystems, la Novell, la Nec. Il solo utile netto della Motorola nel 1995 è stato di 22.247.000.000 di dollari.
Con che coraggio queste aziende chiedono ottanta milioni di dollari ad un carcerato sotto processo, il quale non ha fatto altro che copiare delle informazioni per propria cultura personale, senza rivenderle, modificarle o distruggerle?
3. Il “Condor” vola troppo in alto
Anni '90. Kevin è cresciuto. E' sempre più Condor. E' un fantasma, come scrissero in seguito. Non esiste. Vive dirottando i propri conti su altre utenze. Gira gli States, notebook e cellulare modificato. Pone molta attenzione durante le connessioni, cambia spesso numeri telefonici, appartamento. Si sposta di continuo. Esplode, probabilmente, il suo odio verso le “Big Companies”: IBM, Digital, Sun Microsystems, Fujitsu. Tutte hanno dei segreti da custodire. Il Condor cerca la libertà d'informazione. Vuole la verità, vuole i bug, i famosi difetti, errori di programmazione compiuti dalle software house, per poter accedere ai sistemi informatici protetti.
Dalla prima metà degli anni '90, sino al suo arresto, Kevin cresce ancora. E' molto attirato dai sistemi VAX della Digital: sono i soli a non avere praticamente bug, a non essere “sfondabili”. Allora il Condor agisce, silenzioso. Utilizza Social Engineering, una tecnica hacking per carpire telefonicamente informazioni spacciandosi per un'altra persona, un collega di una filiale. Ottiene tutto quello che vuole. Viola il sistema di un Internet Provider inglese. A quel sistema è abbonato, come utente regolare, un consulente della Digital.
E' stato tra i creatori del VMS, il sistema operativo proprietario dei VAX Digital, ed ora effettua consulenze alla Digital sulla sicurezza. I bug ci sono. Vengono scoperti da quest'uomo. E Kevin gli spia le e-mail. Apprende i segreti più segreti della Digital, il suo intento era quello: se non posso ottenere le informazioni in un modo, le ottengo in un altro.
L'FBI è sui suoi passi. Lui lo sa. Spia le comunicazioni tra la sede centrale dell'FBI e gli agenti dislocati, i quali lo stanno cercando per mezza America. Non appena l'FBI dà l'ordine “ok, andate a prenderlo”, lui sparisce. Li prende in giro. Falsifica le comunicazioni.
E' un'ombra sulla Rete, nessuno sa dove sia fisicamente.
Kevin nel frattempo è entrato ovunque: multinazionali, società d'informatica, agenzie governative. Entra e copia: progetti, piani, budget, business plan, contatti, consulenze esterne. Non vende nulla, non baratta, non cancella: apprende, impara, conosce. Per lui la conoscenza è importante. Sa come funzionano le cose. Capisce che il nuovo business sta partendo: telecomunicazioni, telefonia cellulare, satellitare, pay-Tv. I bit avanzano, l'analogico scompare. Kevin lo sa. Forse inizia a capire il potere che ha in mano.
Lo capiscono anche altre persone. Kevin ha accesso ad informazioni riservatissime, e questo dà molto fastidio alle multinazionali.
Le lobby USA si muovono, l'FBI lo inserisce ufficialmente tra i “Top Wanted”, come per i peggiori criminali.
L'Fbi ha capito, le multinazionali anche, le lobby hanno provveduto: mancano i mass-media. Come per magia, appare un articolo sulla prima pagina del New York Times, il 4 luglio 1994: racconta dell'esistenza del Condor. Kevin diventa un personaggio. Ma è sempre più braccato. John Markoff, l'autore dell'articolo, fa di tutto per incontrarlo. Corrompe alcuni suoi “amici”, collabora con l'FBI per incastrarlo.
4. Inizia la guerra: Davide e Golia
Nel dicembre del 1994, appare un messaggio sul computer di Tsutomu Shimomura, nippo-americano, super esperto di sicurezza, consulente del Governo USA.
Non c'è scritto molto, solo un “Found me: I am on the Net”. Trovami, sono sulla Rete, gli dice Kevin.
La sfida ha inizio. Per la prima volta, le armi sono diverse: è una caccia all'uomo on-line. Le maggiori compagnie di telecomunicazione americane collaborano con l'FBI. La Sprint Corporation fornisce manuali, schede, tecnici specializzati. Il Condor è braccato.
Kevin ha utilizzato, tra i primi al mondo, la tecnica dell'IP-spoofing, nel dicembre del 1994, per attaccare i server di Shimomura con sede a San Diego. Shimomura commenta questa tecnica ad una conferenza americana (CMAD), nel gennaio del 1995. Pare dunque che inizi, sin da subito, lo sfruttamento del Condor, delle sue tecniche, della sua abilità, del suo stile stile e delle sue competenze.
Markoff scrive altri articoli, accusa Kevin, lo dipinge come il “criminale”. Kevin ama, come molti hacker, la stampa. Vuole dire la sua.
Non accetta giudizi senza poter ribattere. Contatta Jonathan Littman. Arriva a chiamarlo tre volte al giorno. Forse, da questo momento in poi, il Condor perde la sua freddezza, la sua lucidità, i suoi attenti calcoli. Compie degli errori. Deve cambiare città sempre più spesso. Non capisce le motivazioni di tanto clamore attorno al suo caso. Discute con il giornalista “buono” di hacking, di politica, di tecnologia, di donne, di costume. Littman lo definirà “una mente esplosiva, incontrollabile, incredibilmente potente”.
Littman sbaglia: come in ogni “grande rovina”, all'origine c'è un errore. Parla con Markoff, si confida. Gli rivela dove si trova Kevin. Lo rivela al collega giornalista, all'amico John. Markoff, il quale informa immediatamente Shimomura. Il cerchio si stringe. Kevin crede di essere tranquillo. Ha fiducia nel suo confidente. Una volta un hacker mi disse: “Trust no 1: non fidarti mai di nessuno”. Kevin avrebbe dovuto incontrare quell'hacker, forse sarebbe andata diversamente. John Markoff o Shimomura – ma è indifferente – informano l'FBI.
Il Condor sta per cadere.
Torniamo al 14 febbraio del 1995. Kevin viene arrestato. Non uscirà mai più dal carcere. Amici, conoscenti, hacker, amanti della libertà d'espressione, dell'open source, della libera comunicazione, anarchici, hanno fondato un sito web, http://www.kevinmitnick.com .
Sull'home page c'è un contatore. Non è il classico counter per gli accessi. Scorre veloce, di continuo. Purtroppo non testimonia una cosa allegra, come l'alto numero di visitatori. Le cifre scorrono, a rotazione, e contano:
4 ANNI, 4 MESI, 22 GIORNI, 13 ORE, 8 MINUTI, 33 SECONDI...
4 ANNI, 4 MESI, 22 GIORNI, 13 ORE, 8 MINUTI, 34 SECONDI
4 ANNI, 4 MESI, 22 GIORNI, 13 ORE, 8 MINUTI, 35 SECONDI
La frase sopra recita:” Kevin Mitnick è stato imprigionato dal Governo Americano, prima della sentenza, da:...
5. Vola mio Condor, vola sempre più in alto
Kevin Mitnick è la punta di un iceberg, a mio parere. E' diventato il capro espiatorio. Gli Usa, le multinazionali, le aziende d'informatiche, vogliono una vittima. Un caso esemplare. Una condanna altrettanto esemplare. Vogliono un esempio, un precedente.
Negli Stati Uniti la detenzione media per omicidio colposo è di 3 anni: Kevin è dentro da 4; non ha ancora avuto un processo; il numero dei capi d'imputazione assegnatigli farebbe impallidire Al Capone; è stato messo in isolamento per otto mesi; ci sono migliaia di persone al mondo che lottano per i suoi ideali, ma lui non lo sa; gli è stata rifiutata ogni richiesta di libertà su cauzione; gli furono sequestrati computer, modem, persino la radio: avrebbe potuto modificarla per comunicare con l'esterno, dissero.
L'amato Mr. Shimomura, insieme al degno compare Markoff (sembrano il gatto e la volpe), nel frattempo, hanno incassato un anticipo di 750.000 US$ per il libro che hanno scritto, “Sulle tracce di Kevin” (edizione Sperling & Kupfler). Recentemente hanno venduto i diritti per il film, e Kevin marcisce in una prigione americana, e continua a non sapere cosa gli succede intorno, cos'è diventato il Web - quelle “3 W” che tanto ci stanno cambiando la vita - che lui ha contribuito a rendere più sicuro.
Il ragazzo che voleva il “cyber-world” libero, gratuito ed accessibile a tutti, l'uomo che voleva dei sistemi sicuri, l'uomo che ha ispirato due generazione di hackers, guarda dalle sbarre i fili telefonici, immagina i segnali satellitari, le reti GSM a 1800 MHz che spingono i segnali. Io telefono, e la “centrale” sa dove sono fisicamente, voi vi collegate al Web, e pagate la connessione, l'abbonamento, gli scatti, i megabytes scaricati. L'hacker che voleva l'informazione come un diritto innegabile dell'uomo, l'informazione gratuita, vera e totale, il condor che voleva volare in alto, è stato rinchiuso, è stato ridotto al silenzio.
Non posso dire altro, a voi che leggete, se non farvi riflettere su una cosa: se i diritti costituzionali possono essere messi da parte nella Grande America per Kevin Mitnick, cosa vi fa pensare che non sarebbe lo stesso con voi al suo posto?
E non posso augurare altro, al buon Kevin Mitnick, se non di volare. Vola mio Condor, vola sempre più in alto.
Lord krishna: Oggi 30/12/2002 e giunta una notizia su Kevin, è stato deciso che può tornare ad usare il suo impianto da radio amatore e che tra qualche settimana potrà accedere ad un computer connesso ad internet. Il condor e tornato!
Articolo preso dal sito: http://www.lordkrishna.altervista.org/venerdì 13 giugno 2008
La rivincita Sarda...
mercoledì 28 maggio 2008
Nasce in Sardegna un terzo polo sanitario
Articolo l'altra Voce.net
Festarch: festival internazionale dell'architettura
Tra i designer e gli artisti saranno ospiti Vito Acconci, Andrea Branzi, Piero Lissoni, Peter Saville, Pinuccio Sciola e Patricia Urquiola e Marcella Vanzo. Tra gli scrittori e i curatori, invece, Mauro Bersani, Achille Bonito Oliva, Geoff Dyer, Marcello Fois, Tom McCarthy, Richard Mason, Rick Moody, Michela Murgia, Federico Nicolao, Hans Ulrich Obrist, Luc Sante, Flavio Soriga e Bruce Sterling. La presenza di tre grandi fotografi quali Oliviero Toscani, Mario Dondero e Paolo Rosselli.
L'inaugurazione si svolgerà giovedì 29 Maggio alle ore 21.30. Il programma dettagliato sulla manifestazione è consultabile sul sito ufficiale
martedì 27 maggio 2008
La Sardegna avrà finalmente il suo "pendolino"
giovedì 22 maggio 2008
Soru si impegna per la tanto sognata Sassari-Olbia...
Articolo nuova Sardegna
martedì 20 maggio 2008
venerdì 2 maggio 2008
Conta sempre meno!!!
giovedì 24 aprile 2008
mercoledì 23 aprile 2008
W lo sport e la sana competizione
Berlusconi ospite di Radio Radio, rilascia delle "sportive" dichiarazioni sul campionato di calcio italiano. Tutti i dettagli in un articolo del Corriere della sera.
Le frasi di Berlusconi aiutano a farci capire, come anche nel calcio è presente un conflitto di interessi "mediaset premium", di proporzioni immense.
Forse lui non ha fatto caso alle feste che si celebravano ogni domenica nei piccoli campi di provincia della serie B quando giocava la squadra di casa contro la Juventus. Ci sono cose che non hanno prezzo...
martedì 12 febbraio 2008
Quale futuro ci aspetta?
Da beppegrillo.it
Lettere come questa ne arrivano ogni giorno al blog. Mi lasciano dentro un vuoto. Mi sento derubato del futuro insieme a chi scrive. Nessuno parla più del futuro, del domani. Viviamo in un eterno presente. E crediamo che questa sia la vita, senza possibilità di cambiare. Su la testa!
"Ieri era una splendida domenica di sole, uno di quei giorni che ti viene voglia di uscire, di vedere tutto sotto quella luce brillante.
Ma non può (si sa) andare tutto come uno lo immagina. Così vedi che tua moglie è strana, la vedi pensierosa, e con gli occhi lucidi. Ti avvicini titubante e timoroso e le chiedi cosa è successo. E qui crolla la serenità. Incominci a rinfacciarti che non è più possibile andare avanti cosi; che non è giusto che lei sia costretta ad andare anche la domenica al lavoro e i lunedì a pulire i negozi per pochi euro. Non trova mai il tempo per staccare la spina, non la porto mai fuori, non le faccio mai una sorpresa, che con la mia misera busta paga non si campa più.
Ha ragione. E' amaro, duro, avvilente, a trentasei anni sono un fallito non arrivo a 1500 euro.Con un mutuo da 700 euro mensili bollette, auto, tasse e mense scolastiche (sì, ho due splendidi bambini), rate dell’auto, benzina, condominio, ecc. non riusciamo neanche a fare la spesa regolarmente.
Così, “incavolato” prendo i due bimbi ed esco con loro, li porto al parco poi alle giostre li faccio divertire come non facevano da qualche tempo. Verso la via del ritorno li guardavo dallo specchietto retrovisore della macchina, li sentivo chiacchierare e ridere, ed ho iniziato a piangere, sì a trentasei anni piangevo come un bambino. Quando ad un tratto mio figlio più piccolo, accortosi che piangevo, mi chiede: “cosa c’è papa?”. Gli rispondo: “Nulla sono felice perché vi vedo felici”. Sono un bugiardo, avrei dovuto rispondere che ero triste perché avevo speso gli ultimi 16 euro per le giostre, che mi scusavo con loro perché Babbo Natale non si è potuto permettere la playstation; che non sapevo come pagare due bollette, che il frigo è vuoto, che la mamma ha ragione, non le faccio mai una sorpresa.
Caro Beppe il mio è uno sfogo che avrai ricevuto migliaia di volte, ma oggi ho deciso di scriverti perché mentre ero davanti alla pressa, mi sono ricordato che circa 10 anni fa mi capitò un piccolo incidente. Una molla di un carrello porta fusti si staccò di colpo e mi colpi di striscio la fronte, mi misero 1 punto di sutura, è pochi mesi più tardi arrivò per posta un assegno di 250 mila lire. Mi è balenata l’idea per un attimo di mettere una mano sotto, la pressa, così potevo pagare le bollette arretrate. Ma ho avuto paura." Alessio Cambiamo questo Paese!
martedì 5 febbraio 2008
Beppe Grillo è controllato?
domenica 6 gennaio 2008
No agli inceneritori
Inceneritori, perché no
1. L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine
2. L’incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti
3. Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze.
- le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti
estremamente più pericolosi delle vecchie discariche
- i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso
- l’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare
4. Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall’incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti
5. Le patologie derivanti dall’inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici
6. Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell’Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici. Nell’ultima Finanziaria è stato accordato il
finanziamento, ma solo agli inceneritori già costruiti
7. In Italia ci sono 51 inceneritori, sarebbe opportuno disporre di centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all’aumento delle
malattie derivate sul territorio nel lungo periodo
8. I petrolieri, i costruttori di inceneritori e i partiti finanziati alla luce del sole da queste realtà economiche sono gli unici beneficiari dell’incenerimento dei rifiuti
Riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riciclaggio e bioessicazione
1. Riduzione dei rifiuti (Berlino, per fare un esempio, ha ridotto in sei mesi i rifiuti del 50%)
2. Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale
3. Riciclo di quanto raccolto in modo differenziato
4. Quanto rimane di rifiuti dopo l’attuazione dei primi tre punti va inviato a impianti per una selezione meccanica delle tipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte non
riciclabile può essere trattata senza bruciarla con in impianti di bioessicazione
5. In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perchè:
- il legno può essere venduto alle aziende per farne truciolato
- il riciclaggio della carta rende più dell’energia che se ne può ricavare
- il riciclaggio della plastica è conveniente. Occorrono 2/3 kg di petrolio per fare un kg di plastica
6. La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il 30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la bioessicazione. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli
inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari Se nel settore dei rifiuti non ci fossero le attuali realtà, per
legge, di monopoli privati a totalità di capitale pubblico, ma una reale liberalizzazione del mercato, la concorrenza tra le aziende avverrebbe sulla capacità di recupero e l’incenerimento sarebbe superato.
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